La Storia della Giostra del Saracino

Come è nata la Giostra

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La Giostra così come la vediamo oggi nasce il 7 agosto del 1931 con un’edizione sui generis. La ripresa del Saracino è soprattutto figlia di quella ricostruzione del glorioso passato italiano propria del fascismo. Incentivare la ripresa delle tradizioni era considerato un veicolo di consenso. Tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta riprendono vita diverse manifestazioni popolari tra cui il Palio di Asti, il Calcio in costume di Firenze e il Gioco del ponte di Pisa. A livello locale, dalla metà degli anni Venti, nascono le associazioni rionali che hanno una funzione ricreativa.
L’aneddotica tradizionale vuole che sia stato il corrispondente aretino del giornale «La Nazione» Alfredo Bennati a dare il là alla rinascita della . Alla ricerca della ricetta di un dolce nella biblioteca civica s’imbatte per caso nell’opuscolo che descrive la Giostra del 1677. Qui trova il racconto di una Giostra disputata in onore del Barone Siri in occasione della festa di San Niccolò e una serie di norme che rappresentano il nocciolo dell’attuale regolamento tecnico. Di lì a poco tempo la leggenda racconta che lo stesso Bennati, trovandosi a Pescaiola notò un gruppo di ragazzini che impugnavano manici di scopa come lance e correvano imitando il galoppo del cavallo a colpire una figura disegnata con il carbone su un muro: «Che fate?» chiese. «Si gioca al buratto» gli risposero. Si rese così conto che quel torneo cavalleresco di cui aveva letto in biblioteca non era un semplice ricordo del passato, ma era una tradizione ancora viva nella cultura popolare.
Al di là della versione tradizionale della nascita della Giostra, Bennati fu uno tra quelli che si impegnarono in prima persona per la ripresa della tradizione giostresca: gli altri furono il segretario federale del Partito nazionale fascista Antonio Cappelli e il podestà Pier Ludovico Occhini. Alberto Severi scrive le parole dell’Inno del Saracino e Giuseppe Pietri le mette in musica.
Nel giro di una ventina di giorni viene messo tutto a punto. La scelta di piazza Grande è in linea con la volontà del partito fascista di farne il palcoscenico del regime. Essendo ristretti i tempi, alla Giostra partecipano i rioni già costituiti negli anni precedenti ossia: Porta Burgi (colori verde, rosso e oro), Saione (bianco, rosso e verde), Porta Fori (cremisi e oro), Porta Crocifera (bianco e verde) e Porta Santo Spirito (azzurro e oro).
La Giostra si corre in via di Seteria che costeggia la piazza Grande in leggera salita. Il Buratto è posizionato in corrispondenza di palazzo Brizzolari. Ogni rione ha due giostratori che corrono due volte. Nelle venti carriere complessive i punteggi sono bassissimi: vince Porta Burgi, detto anche rione centro, con un totale di 8 punti. Il podestà Occhini consegna al quartiere vincitore una bandiera in raso color amaranto con il cavallino rampante, una targa in bronzo e una medaglia d’oro. La lancia d’oro, come trofeo della Giostra, arriverà solo nell’anno successivo, con la riorganizzazione delle porte e il posizionamento della lizza in terra battuta nella diagonale della piazza da via Borgunto a via Vasari, come oggi. Porta Burgi, nonostante la vittoria, viene cancellata, così come il rione di Saione che confluisce in Porta Santo Spirito: Porta Crocifera diventa Crucifera e da biancoverde diventa rossoverde, Porta Fori, prende il nome di Porta del Foro. Si aggiunge Porta Sant’Andrea a cui viene attribuito il territorio di Porta Trento Trieste.
La Giostra diventa uno strumento che fa conoscere la città a livello nazionale grazie anche alla benevolenza del partito fascista che lo vede come uno strumento propagandistico: alla metà degli anni Trenta Achille Starace diventa capitano onorario di Porta del Foro e Vittorio Mussolini di Porta Santo Spirito. Nel maggio 1938 i figuranti vengono invitati nel giardino di Boboli a Firenze e sfilano di fronte a Mussolini ed Hitler, in occasione della visita ufficiale del Fuhrer, il principe Umberto di Savoia e Maria José assistono all’edizione del giugno 1938, nel 1939 si organizza una edizione in notturna in onore del segretario nazionale del partito fascista Starace.
L’ultima Giostra prima della Seconda Guerra Mondiale si svolge il 9 giugno del 1940, un giorno prima della dichiarazione di guerra di Mussolini. La notizia della vittoria di Porta Santo Spirito occupa poche righe in cronaca. Passeranno otto anni prima che il Buratto torni a troneggiare in piazza Grande.