La Giostra del Saracino Oggi

Il Corteo Storico

la giostra del saracino oggi
Il corteo storico della Giostra è seguito in ogni edizione da decine di migliaia di aretini e turisti intorno al lungo percorso che tocca vari punti del centro cittadino. La rappresentanza in costume medievale supera le trecento persone tra le comparse dei quartieri, i fanti e i valletti comunali, i musici e gli sbandieratori. Con i colori dei quartieri ci sono armigeri, balestrieri, vessilliferi, tamburini, cavalieri di casata, palafrenieri, maestro d’armi e damigelle. C’è anche un paggetto che guida la sfilata del quartiere: un bambino o una bambina che è una sorta di mascotte. I tempi del Saracino sono scanditi dai colpi di mortaio che vengono sparati dall’antica Fortezza Medicea.
Il primo arriva alle 7 di mattina per segnare l’inizio della giornata.
Il secondo colpo di mortaio è alle 11, quando l’araldo esce dal palazzo del Comune per leggere alla città il bando, ossia l’annuncio della disputa della Giostra. Si ferma in quattro punti della città: davanti alla Pieve di Santa Maria, sul sagrato della chiesa di San Michele, all’incrocio tra il Corso Italia e via Roma e sul sagrato della basilica di San Francesco. Il terzo colpo di mortaio segna la benedizione degli armati e dei giostratori Il sacerdote impone l’acqua santa ai due cavalieri titolari con la tradizionale invocazione: “Andate e tornate vincitori”.
Il quarto colpo segna l’inizio del corteo storico. I figuranti ripartono, e dal Duomo raggiungono via Ricasoli, via dei Pileati, Corso Italia, via Roma, piazza Guido Monaco, via Guido Monaco, Piazza San Francesco, via Cavour, via Mazzini, via Borgunto e piazza San Niccolò. Qui l’ultima sosta prima di entrare in piazza Grande stracolma di pubblico. Il tempo per bere una bevanda e riposarsi un po’.
Con il quinto colpo di mortaio inizia l’ingresso in piazza Grande. Da qui in poi è l’araldo che chiama i vari protagonisti della Giostra: si inizia con le autorità, poi gli sbandieratori che effettuano il loro saggio acrobatico di bandiere, i musici, i quartieri, i giostratori, i vessilliferi e i valletti del Comune con la lancia d’oro e infine i capitani e i cavalieri di casata. L’araldo legge la disfida di Buratto, la minaccia che il re delle Indie lancia agli spericolati giostratori. E l’ultimo momento prima delle carriere è quello in cui tutti gli spettatori, al di là delle bandiere, si riconoscono nelle parole di una canzone che rappresenta la città: l’Inno del Saracino.